Durante il XIII secolo, Sant’Antonio, dopo essersi fermato a Castrocaro, successivamente sostò in questo punto dell’appennino in preghiera e meditazione. La tradizione vuole che in una grotta poco lontana dalla dimora del Santo, gli apparissero le sembianze di Gesù in fasce.Il prodigio, venuto a conoscenza degli abitanti del luogo, diede avvio alla venerazione del Santo.L’attuale Santuario è stato eretto tra il 1908 e il 1913 e la grotta, distrutta dalle continue frane è stata ricostruita con i sassi originali nel lato nord del bosco.
La camminata è piacevole, in ambienti differenti dal solito ed è da percorrere rigorosamente con il terreno asciutto.Il percorso non è segnato, specialmente nel primo pezzo fino all’innesto in via Bagnolo, ma una volta individuato il cocuzzolo di Montepaolo è giocoforza dirigersi verso di esso.
Da Faenza si percorre la SP 73 verso S.Lucia. Poco prima di arrivare al campo del tiro al piattello sulla sinistra si trova Via Croce.
Si comincia a salire lungo Via Croce, godendo di una bella vista sul Monte Castellaccio della Pietramora.
Nel frattempo si inizia a vedere dei cartelli, inchiodati su paletti o sulle piante con dei versi di Nino da Oriolo.
La Via Montefortino appena percorsa. Con le spalle alla porta della Chiesa si va qualche metro a sinistra e si prende lo stradello sterrato che sale in mezzo ai campi dirigendosi verso i ruderi di Ca’ Tomba.
Si continua sullo stradello e oltrepassata una seconda casa (Converselaccio) iniziano i calanchi.
Pinnacolo di argilla.Si cammina su stretta traccia fra i calanchi e il campo coltivato in direzione Sud. A volte la terra è franata allora bisogna arrangiarsi un po’.
Raggiunto Monte La Siba (252 m) si piega a destra su carraia che rimane tra due calanchi. Si deve raggiungere la casa che si vede di fronte, in mezzo al boschetto.
Uno sguardo indietro sui calanchi. Ca’ Montepagliaio.
Zoomata su Faenza.
Panoramica sui calanchi.Passata la casa si continua a salire e si arriva su via Bagnolo, strada asfaltata che sale da Castrocaro, nei pressi di un recinto per cavalli.
Cespuglio di Biancospino.
Prato di margherite.
Si segue la strada che più avanti diventa sterrata, c’è anche un cartello indicatore “sentiero del Santo”.
In lontananza si riconosce il campanile del Santuario.
Ruderi di Ca’ Spiandarolo.
Il Santuario.
Interno della Chiesa.
A pochi metri dal Santuario c’è il “Viale dei Mosaici”. Sono composizioni che ricordano alcune fasi della vita di Sant’Antonio.
Il ritorno avviene sulla strada carrozzabile sterrata che dal Santuario scende nella valle del Torrente Samoggia. Per rompere la monotonia della strada ogni tanto si può passare sui campi incolti.Qualche vecchia casa fa capolino fra la vegetazione, ai lati della strada.
La discesa dal Santuario porta in Via Cella, strada pianeggiante che correndo di fianco al Torrente Samoggia conduce alla strada provinciale, dove si va a destra e si raggiunge Via Croce.
Ringrazio l’ Istituto Geografico Adriatico di Longiano (FC), per avermi permesso di riprodurre la carta escursionistica n°127 “Le colline di Forlì”, scala 1:50000.
Alt.m | Tempo ore | Km. | |
Inizio Via Croce | 100 | 0,00 | 0,0 |
Via Montefortino-si va a dx | 200 | 0,30 | 0,9 |
Chiesa di Converselle | 202 | 0,40 | 1,4 |
Ca’ Montepagliaio | 258 | 1,25 | 4,0 |
Via Bagnolo | 339 | 1,40 | 4,7 |
Eremo di Montepaolo | 440 | 2,30 | 8,4 |
Grotta di Sant’Antonio | 398 | 2,35 | 8,9 |
SP. Faenza-M.te Trebbio | 119 | 4,20 | 15,0 |
In. Via Croce | 100 | 4,30 | 15,5 |
Tempo: ore 4,30 + le soste | |
Dislivello: m 340 circa | |
Lunghezza: km. 15,5 |
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