domenica 1 maggio 2011

Su e giù fra la Val Marecchia e il Montefeltro

Per le festività Pasquali in considerazione anche del fatto che le previsioni meteo non erano molto buone, abbiamo rispolverato il camper dal lungo letargo invernale e siamo andati a spasso, senza fretta, lungo la Marecchiese. E’ una bellissima valle che avevamo già  visto in passato, ma adesso era un po’ che ci mancava e poi è talmente fitta di emergenze storico-naturali che  si vede sempre molto volentieri. Naturalmente dalla Val Marecchia sconfinare nel Montefeltro il passo è breve, ed è quello che abbiamo fatto. Il primo giorno siamo saliti a Torriana dove c’è il Castello e la torre di Scorticata, poi a Montebello, siamo scesi sulla sinistra idrografica del fiume Marecchia per andare  alla Madonna di Saiano e, dopo aver attraversato il fiume a Ponte Verucchio, siamo saliti ai resti del Castello di Pietracuta ed infine a San Leo, dove abbiamo pernottato.Castello di Scorticata Castello di Scorticata.
Posto su uno sperone roccioso che domina la valle del Marecchia ed il sottostante paese di Torriana, dalla sua posizione si può controllare a 360 gradi tutto il territorio circostante, ci sono panorami a perdita d'occhio. Con l'antistante e ben visibile Verucchio, naturale vedetta sulla importante via di comunicazione «Ariminensis» che seguendo il corso del Marecchia congiungeva, e congiunge tutt'ora Arezzo con Rimini. Documentato fin dal 1141, all'epoca dipendeva dalla giurisdizione di San Giovanni in Galilea. Nel 1371 all'epoca della visita del cardinal Anglico il castello di Scorticata (il nome di Torriana verrà assunto solo nel 1938) contava 35 focolari. Lungamente conteso per la sua ottima posizione fra Chiesa, comune di Rimini e Malatesta. Nei secoli XIII e XIV sotto il dominio dei Malatesta si narra che nelle sue segrete sia stato ucciso, dai figli del fratello Paolo, lo zio Gianciotto Malatesta, ricordato da Dante nella Divina Commedia per aver ucciso la moglie Francesca da Rimini ed il fratello Paolo, amanti. Alla morte di Gianciotto succederono i figli e Scorticata toccò a Pandolfo Malatesta. Nel 1462 il duca di Urbino espugnò il castello consegnandolo alla chiesa, che salvo un breve periodo di dominazione Veneziana lo conservò fino al XVI secolo. Persa ogni importanza militare nel 1608 risultava soggetto al Comune di Rimini. Il castello era dotato di una lunga cinta muraria che controllava l'intera rupe (circa un chilometro), con vari punti di avvistamento. Le strutture originarie sono in gran parte crollate, restano parte della rocca che occupava il colle più alto, la porta con i due imponenti torrioni circolari, una cisterna e parte del maschio. Recentemente ristrutturata ed in parte utilizzata ad uso ristorante. In posizione sovrastante rispetto alla rocca la torre campanaria - lato verso mare - con attiguo edificio ecclesiastico, parzialmente ricostruito dopo la pressoché distruzione totale subita nella seconda guerra mondiale. Su un vicinissimo colle roccioso - lato monte - la torre quadrata, risalente al XIII secolo e dominante la valle del Marecchia, è stata recentemente ristrutturata, ed è ben visibile da ogni punto, anticamente era collegata alla rocca con una serie di ponteggi.(www.appenninoromagnolo.it)
 Torre di Scorticata La torre di Scorticata.


Castello Il castello, visto dalla torre.Orchidea Sulla collina dove c’è la torre, fra gli altri fiori spicca l’Ophrys bertolonii.Verucchio Verucchio, dall’altra parte del Marecchia.
Montebello Strada principale di Montebello.
Di origine militare romana (III secolo a.C.) come testimonia il nome Mons Belli, ossia il monte della guerra, il castello di Montebello fu acquistato nel 1186 dai Malatesta che, in questa terra di confine dove tutti erano nemici di tutti, provvidero a dotarlo di fortificazioni. Il luogo infatti era ubicato proprio in faccia agli insediamenti dei Montefeltro, nemici storici del Malatesta. E proprio i Montefeltro, nel 1393, con un audace colpo di mano, riuscirono a conquistare l'inespugnabile fortezza. Solo nel 1438 Sigismondo Pandolfo Malatesta riuscirà, con genio militare e spregiudicatezza strategica, a ricondurlo alla sua potente famiglia che viveva in quegli anni l'apice del proprio dominio. Ma l'inimicizia del papa Pio II Piccolomini e gli eterni rivali Montefeltro decretano l'inarrestabile declino dei Malatesta. Il castello di Montebello nel 1463 passa ai conti Guidi di Bagno.
Torre La torre civica è orientata in modo che la campana sia udibile nella Val Marecchia e nella Valle dell’Uso.arredo della chiesa Un arredo della chiesa, dedicata a San Pietro Apostolo.vetrata Una vetrata della chiesa.Castello La scalinata del castello di Montebello e di …Azzurrina.
torre saracena Il Santuario della Madonna di Saiano.
La Torre e la Chiesa di Saiano sorgono su uno scoglio gessoso non lontano dal greto del fiume Marecchia. Anticamente il luogo era sede di un Castrum appartenente ai principi di Carpegna e di cui si hanno notizie sin dal 962. La chiesa, costruita sui resti di un antico tempio pagano è dotata, al suo interno, di tre altari ed è dedicata alla Beata Vergine del Carmine. La Torre cilindrica è ciò che resta dell'antico castello. Il manufatto, di foggia bizantina, come i resti delle mura, risale al VII.
Madonna di SajanoLa chiesa è dedicata alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.interno chiesaInterno della chiesa.
Pietracuta I resti del Castello di Pietracuta non sono visitabili causa pericoli di crolli, la parte bassa è avvolta dalla vegetazione.
Il Castello di Pietracuta risale al X secolo. Sono presenti testimonianze architettoniche e ruderi della fortificazione. Il Castello è situato nel tratto sommitale di un inespugnabile picco roccioso, detto la pietra aguzza o Pietragudola. L’antico borgo si estendeva ai piedi della rocca, costituendo un centro fortificato di indubbia singolarità ed interesse. Appartenne ai Carpegna, agli Ordelaffi di Forlì, alla Chiesa, ai Malatesta, a Cesare Borgia, ai Medici e anche a San Marino.

porta di S.Leo
La porta d’entrata a San Leo.
Città d'arte, da sempre capitale storica del Montefeltro (antico nome di San Leo fino al XII secolo), luogo di passaggio di San Francesco e Dante, prigione di Felice Orsini e di Cagliostro, San Leo ha avuto anche l'onore di essere capitale d'Italia o, meglio, del Regno Italico di Berengario II, il quale fu sconfitto a Pavia nel 961 d.C. da Ottone I di Sassonia e che poi si rifugiò a San Leo, dove resse l'assedio per due anni prima di cedere all'avversario. Nell'Italia unita il comune di San Leo è appartenuto alle Marche (provincia di Pesaro e Urbino) fino al 15 agosto 2009, quando ne è stato distaccato congiuntamente ad altri sei comuni dell'Alta Valmarecchia in attuazione dell'esito di un referendum svolto il 17 e 18 dicembre 2006.( da Wikipedia)
piazza La piazza.fontana La fontana e la fortezza.S.Leo Le absidi di Santa Maria Assunta. E’ il più antico edificio adibito a luogo di culto di tutto il Montefeltro.San Leo Le absidi del duomo di San Leo.
La mattina di Pasqua seguiti dalla pioggia ci siamo recati a Montecerignone dove si è fatto vivo un timido sole, permettendoci così di visitare il paese e successivamente, di fare una piccola escursione a Pietrarubbia.
panoramaZoomata su Montecerignone.
Situato al centro della regione storica del Montefeltro, tra i monti Faggiola, Carpegna, Montecopiolo e San Paolo, Montecerignone deve il proprio nome alla pianta del cerro: Mons Cerignonus-ni, Mons Cerigno-onis. Il paese è allungato su un solido costone tufaceo, ed è bagnato dal fiume Conca, l'antico Crustumium. Il paese conserva intatta la struttura urbanistica quattrocentesca e, fin dai tempi antichi, venne diviso in Castello e Borgo. Il Castello, si inerpica fino alla Rocca, costruita nel secolo Xlll dai Conti di Montefeltro. Dopo alterni accadimenti, la Rocca, già dominio del Vescovo feretrano Ciaro Peruzzi, nel 1389 fu infeudata da Bonifacio IX al Conte Antonio da Montefeltro. Tranne brevi intervalli (1448-1464) sotto i Malatesta e di un soffio di stagione sotto il Duca Valentino Cesare Borgia e i Veneziani, all'inizio del secolo XVI, fu dominio dei Duchi di Urbino fino alla morte di Francesco Maria Il della Rovere nel 1631.
porta del castelloLa scalinata del castello.fontana Una fontana.

Pietrarubbia Veduta di Pietrarubbia e del suo Castello.
"Castrum Petre Rubee", deve il suo nome al colore rossiccio della roccia su cui è costruito. Il lungo poggio sul quale si estendeva il complesso fortilizio sviluppa in lunghezza oltre 200 metri e sale dalla quota di 706 metri (parte occupata dal borgo ora ristrutturato) fino a 764 metri (punto più alto sul quale era presente la rocca). Il sito, specialmente nel punto più alto, è dotato di buone difese naturali costituite da profondi strapiombi nella parte a Sud Est, e da un forte dislivello nella parte a Nord, verso il borgo.  Il Borgo è costituito da una decina di fabbricati posti lungo una via acciottolata, risalenti al XV - XVI secolo edificati con il materiale di risulta dei crolli delle strutture fortificate. Fra questi spiccano il palazzo Gentilizio, sede della Fondazione Pomodoro e il palazzo del Vicario, ora trasformato in albergo - locanda, oltre alla chiesa dedicata a San Silvestro, anche questa nella sua attuale struttura del XV secolo, ma risalente nell'impianto originario ad epoca romana, come testimoniato dal capitello del ciborio ritrovato nel 1990 durante gli scavi eseguiti per la ristrutturazione. Poco distante e raggiungibile per breve e comodo sentiero la torre campanaria ristrutturata nel II' dopoguerra. Il borgo è stato oggetto di una recente ristrutturazione che ha consentito di salvarlo da un irreversibile degrado, a cura principalmente dello scultore Arnaldo Pomodoro che dopo aver acquistato alcuni edifici nel 1970 provvide alla loro ristrutturazione per fondarvi poi dal 1990 una scuola sull'arte dei metalli (TAM centro trattamento metalli).
Le opere create dai corsisti si trovano nelle sale del palazzo gentilizio e lungo le vie del borgo.(www.appenninoromagnolo.it)
PietrafagnanaDalla strada che conduce a Carpegna, dopo Ponte Cappuccini si gira a sinistra su strada sterrata “rossa” ben battuta, si parcheggia e ci si avvia a piedi. Dopo aver costeggiato e superato la collina del “ditone”, si lascia la strada e si va a sinistra, in breve si raggiunge Pietrarubbia, da dove si può salire anche al castello. Per il ritorno si deve seguire lo stesso percorso, ma chi vuole vedere da vicino la Pietrafagnana in prossimità della strada deve scavalcare il filo spinato dove c’è la scaletta in legno. E’ una passeggiata di un paio di ore, al massimo.Pietrarubbia Una parte del borgo.Castello di Pietrarubbia Il castello.gatto Un micio.Pietrafagnana Lo spuntone di  Pietrafagnana.Orchidea Un orchidea.
Poi siamo partiti per Casteldelci dove abbiamo pernottato e il Lunedì di Pasqua partecipato alla “camminata per la pace”. Vedi post precedente.
Naturalmente ci sono rimaste tanti luoghi interessanti da vedere in questa zona,vedremo in seguito.                                              Nell’album qui sotto ho messo altre foto.

1 commento:

Unknown ha detto...

che giro splendido! Mi fa impazzire il fatto che la torre civica sia orientata in modo da far sentire le campane ad entrambe le valli :D

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