A distanza di poco tempo sono tornato, insieme all’ Anna, nella valle del Tramazzo. Anche perché, di solito, quando sono venuto da queste parti, ho percorso i sentieri più in alto, dentro il Parco delle Foreste Casentinesi e quindi ho sentito il bisogno di rinfrescare la memoria di questi itinerari attorno al simpatico paese di Tredozio. Comunque ai ruderi del Castello di Tredozio non c’ero mai andato e quindi per me è stata una scoperta. Il tragitto per arrivare a Tredozio si può veder nel post precedente, così come le carte utili per questa escursione, che non è molto lunga e si può effettuare anche in una mezza giornata, ma per godersela di più è consigliabile portarsi il panino e prendersela comoda. Il sentiero inizia alla fine del paese all'incrocio fra la strada che sale al valico di Monte Busca e quella che a destra porta verso il Lago di Ponte.
Toponimo
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Posizione
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Quota
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Tempo
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Km.
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Tredozio- sent.569 |
N44 04 35 E11 44 27
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336
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0.00
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0.00
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Castellaccio
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N44 04 19 E11 44 36
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483
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0.25
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0.90
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Ca’ Casalino di sotto
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N44 04 19 E11 44 25
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425
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0.45
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1.20
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Ca’Falcone
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N44 03 58 E11 44 23
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515
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1.10
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2.20
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Ca’ Palazzina
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N44 03 53 E11 44 03
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549
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1.25
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2.80
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Ca’ I Monti
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N44 03 29 E11 44 08
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633
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1.45
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3.80
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Dev. a sx-si lascia il 569
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N44 03 29 E11 44 46
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627
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2.10
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5.20
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Dev. a sx x Pereta-sent.515
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N44 03 22 E11 45 26
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605
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2.30
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6.60
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Chiesa di Pereta
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N44 03 36 E11 45 28
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573
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2.45
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7.30
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Villa Cognolo
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N44 03 50 E11 45 16
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494
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3.00
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8.10
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Ca’ Val di Rio
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N44 04 00 E11 45 11
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445
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3.05
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8.50
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Strada asfaltata-si va dx
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N44 04 15 E11 44 47
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389
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3.30
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9.20
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Tredozio
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N44 04 35 E11 44 28
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336
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3.40
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10.0
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Tempo ore 3.40 + le soste |
Dislivello m 500 circa |
Lunghezza Km. 10.00 |
TRACCIA PER GPS A sinistra del ponte, di fronte al forno, inizia il sentiero 569.
Si va verso i lavatoi e dopo la cabina ENEL si volta a sinistra, fatti pochi metri il sentiero piega a destra.Dopo una curva c’è la deviazione a sinistra per andare al Castellaccio. Si cammina in una bella pineta. In breve si arriva al pianoro dove ci sono i pochi ruderi rimasti del Castello. Nel 1982 è stata scoperta l’esistenza di un disegno raffigurante il Castellaccio, opera di E. Liverani del 1848. (Notizia e foto tratte dal libro di C.Martelli “Tredozio ieri e oggi”, del 1984, edito dalla Cassa Rurale e Artigiana di Faenza.
Si va verso i lavatoi e dopo la cabina ENEL si volta a sinistra, fatti pochi metri il sentiero piega a destra.Dopo una curva c’è la deviazione a sinistra per andare al Castellaccio. Si cammina in una bella pineta. In breve si arriva al pianoro dove ci sono i pochi ruderi rimasti del Castello. Nel 1982 è stata scoperta l’esistenza di un disegno raffigurante il Castellaccio, opera di E. Liverani del 1848. (Notizia e foto tratte dal libro di C.Martelli “Tredozio ieri e oggi”, del 1984, edito dalla Cassa Rurale e Artigiana di Faenza.
Il primo documento che testimonia la presenza del castello di Tredozio (Castrum Treudacium) è del 925. Come tutte le costruzioni tipicamente medioevali, anche il 'Castellaccio' doveva essere di aspetto piuttosto imponente poiché costruito con solidi muri in calce e pietra. Di forma ottagonale, nel punto centrale era posta la torre alta 17 metri attorno al deposito delle armi e munizioni, di fianco la Chiesa di S. Maria Maddalena e poi la Casa del Conte. Già a metà del 1800 Castrum Treudacium era ridotto a rudere, come dimostrano i disegni di Liverani (biblioteca Forlì). Di quello che un tempo era stato il punto di forza dei Conti Guidi prima e una testa di ponte fiorentina poi, ora non restano che le fondazioni ed alcuni locali interrati adibiti a cisterne.(dal sito del Comune di Tredozio) La rocca era anche chiamata ' Castello dell' Aquila' |
Entrata della cisterna per la raccolta dell’acqua. Interno della cisterna. Una piccola porzione di muro ancora in piedi. Feritoia. Ritornati sul sentiero principale si sale attraverso un prato in direzione di un palo di cemento con sopra il segnavia CAI rasentando sulla destra… Ca’ Casalino di sotto. Dopo il palo si gira a destra e si transita di fronte a…Casalino di sopra. Si prosegue su stradello fino a…Ca’ Falcone. Qui fotografata dopo averla superata.Dopo il Falcone si supera due volte una recinzione di filo spinato e si arriva ai ruderi di Ca’ Palazzina.Zoomata su Ca’ Concolle. Questa casa con torre rimane sull’altro versante della valle del Tramazzo, sotto il sentiero 553a.In poco tempo si giunge al piccolo borgo completamente ristrutturato de I Monti. Ci sono diverse case e in una di esse si “leggono” i segni lasciati dai maestri comacini.Nascosto dai cipressi c’è anche un piccolo Oratorio. Si continua a sinistra del nucleo e dopo circa una ventina di minuti si lascia il sentiero segnato per scendere a sinistra su strada ghiaiata che dopo esser transitata davanti a Ca’ Gradicciola, giunge sulla strada asfaltata che sale al Valico di Monte Busca. Si va a destra. Subito dopo aver superato la bella casa di Pratovecchio o Prevecchio, si volta a sinistra.Ci sono le indicazioni per la chiesa di Pereta.La chiesa di Pereta.Si transita sotto a ca’ dell’Abate. Il bel viale di cipressi che conduce alla chiesa.Arrivo alla chiesa.La chiesa di Sant’ Andrea a Pereta.
La Chiesa di origini antichissime (anno 893), venne completamente distrutta da uno spaventoso terremoto nel 1661; rimase in piedi solamente la parte di muro dove era appeso un crocifisso. Sulle fondamenta della chiesa venne costruita una casa colonica alla quale fu dato il nome di "Prè Vècc" (Prato Vecchio) restaurata recentemente. La Chiesa venne ricostruita poco più lontano ed il crocefisso, opera in legno del XVI secolo, che era appeso alla parete rimasta in piedi, è tuttora esposto all'interno. Nella Chiesa ricostruita, i parrocchiani vollero, in memoria di quel terremoto, che ogni anno la terza domenica di settembre fosse celebrata una festa durante la quale il crocefisso è portato in processione. (dal sito turismoforlivese.it) |
Bacche di cipresso.Dalla chiesa il sentiero scende a sinistra incrociando quasi subito Ca’ Villa nuova.Dopo pochi minuti si giunge a Crognolo, casa padronale ottocentesca.Ancora 5 minuti e si arriva davanti alla pericolante facciata di Val di Rio. Qui i segni si perdono, ma basta scendere a sinistra per ritrovarne uno su di un vecchio albero di ciliegio.Guardando la carta è evidente che il sentiero segnato non è questo, ma d’altronde la fitta vegetazione attorno al rudere non permette altro. Si scende su discreta traccia e si arriva al fosso che si può attraversare anche su un vecchio ponticello in cemento. Si risale dall’altra parte,si esce su un campo che attraversato porta all’aia di Ca’ La Fossa, si segue la carrareccia e si giunge sulla strada asfaltata che seguita a destra porta a Tredozio.Prima di giungere al paese sulla destra vediamo ca’ Le Guide.E più indietro, al di là del fosso, Le Velle.Piccolo presepe.
2 commenti:
Anche dopo aver letto questo post come sempre mi prende la voglia di fare lo zaino e partire.Sicuramente con le tue indicazioni non c'è possibilità di perdersi. Ciao a presto
Faccio eco a Giuliano dicendo invece che io, proprio nel tredoziese, vicino al castagneto dei bolognesi, mi sono perso "irrimediabilmente". ero così convinto di avere la strada giusta sotto mano che ho ignorato tutti i segnali evidenti che indicavano il contrario :-)
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