Strabatenza è situata nel cuore dell’alta valle del Bidente di Pietrapazza, quasi ai piedi della foresta della Lama. La località che fa parte del comune di Bagno di Romagna, confina con le frazioni di Poggio alla Lastra, Casanova dell’Alpe, Pietrapazza e Rio Salso. Il suo territorio, nel quale spiccano alcune cime sopra i 1000 metri (M. La Rocca 1071 m, M. Marino 1065 m, M. Moricciona 1029 m) è caratterizzato da boschi ceduati misti, da limpidi corsi d’acqua che si immettono nel Bidente di Pietrapazza e da vaste aree pianeggianti che si alternano a ex coltivi adeguatamente rimboschiti. Numerose sono le case sparse, molte delle quali ultimamente ristrutturate e saltuariamente abitate. Fin verso la fine degli anni ‘60, epoca in cui si è concluso l’esodo degli abitanti, non esistevano strade carrozzabili ed i collegamenti con i centri più vicini (San Piero e Santa Sofia) erano assicurati da mulattiere che richiedevano diverse ore di cammino. L’abbandono ed alcuni discutibili interventi effettuati negli ultimi anni dal demanio forestale (apertura di un eccessivo numero di carrozzabili, distruzione del vecchio borgo, ecc…) hanno modificato profondamente l’aspetto di questa bella vallata appenninica. Nonostante ciò, l’atmosfera che Strabatenza conserva può essere decisamente accattivante, soprattutto se la si riesce a cogliere dal punto di vista paesaggistico e nei numerosi segni che la presenza dell’uomo ha lasciato. Maestà, ponti, mulini e..tratti di mulattiere che scivolano tra i boschi o che costeggiano profonde valli, sono ancora oggi in grado di attirare l’attenzione del visitatore, suscitando singolari e suggestive emozioni. (Articolo di Claudio Bignami tratto dal libro “Il Popolo di Strabatenza” della collana AD LIMINA
|
Questa è una escursione che si svolge per buona parte fuori da sentieri segnati, su tracce più o meno marcate, quindi necessita di una buona conoscenza del territorio e magari con il percorso caricato sul GPS. A differenza di qualche tempo fa, ho visto che adesso lungo il percorso si trovano dei segni rossi su alberi e sassi, che possono aiutare a seguire meglio quella parte di escursione un po’ più complicata. Per raggiungere Ponte del faggio, da dove inizia la camminata, si può guardare qui.
Toponimo
|
Posizione
|
Quota
|
Tempo
|
Km.
|
Ponte del Faggio
|
N43 52 20 E11 53 35
|
461
|
0.00
|
0.00
|
Trappisa di sotto
|
N43 52 09 E11 53 17
|
525
|
0.15
|
0.75
|
Trappisa di sopra-a sx
|
N43 52 08 E11 53 08
|
545
|
0.20
|
1.00
|
Cascata di Palaino
|
N43 51 55 E11 52 52
|
562
|
0.50
|
2.00
|
Palaino
|
N43 51 54 E11 52 54
|
569
|
0.50
|
2.10
|
Bivio-a dx
|
N43 51 51 E11 52 55
|
594
|
0.55
|
2.20
|
Bivio-a dx- guado
|
N43 51 51 E11 52 46
|
599
|
1.00
|
2.35
|
Casaccia
|
N43 51 58 E11 52 28
|
688
|
1.15
|
3.00
|
Bivio-guado -a sx
|
N43 52 14 E11 52 40
|
590
|
1.50
|
4.20
|
I Fondi – a dx
|
N43 52 15 E11 52 24
|
622
|
2.05
|
4.60
|
Bivio Ripastretta-a sx
|
N43 52 13 E11 52 02
|
767
|
2.30
|
5.40
|
Strada- a dx
|
N43 52 04 E11 51 53
|
919
|
3.00
|
6.00
|
Passo del Vinco- a dx
|
N43 52 41 E11 51 54
|
927
|
3.20
|
7.40
|
Dev. a dx dalla strada
|
N43 52 37 E11 52 24
|
883
|
3.30
|
8.40
|
Vinco
|
N43 52 36 E11 52 05
|
856
|
3.40
|
8.90
|
Boscherini
|
N43 52 37 E11 52 38
|
813
|
4.00
|
9.90
|
Strabatenza
|
N43 52 20 E11 52 53
|
698
|
4.30
|
11.6
|
Trappisa di sopra
|
N43 52 09 E11 53 08
|
564
|
4.50
|
12.8
|
Auto
|
N43 52 20 E11 53 35
|
465
|
5.10
|
13.6
|
Tempo ore 5.10 + le soste |
Dislivello m 730 |
Lunghezza Km. 13.600 circa |
|
Dall’area di sosta del Ponte del Faggio, ci si incammina sulla strada sterrata passando davanti alla bella casa ristrutturata denominata Bottega. Nel 1864 è di proprietà di Pasquale Guerri e Lorenzo Milanesi. Nel 1958 la lascia Lorenzo Milanesi che si trasferisce a S.Sofia. E’ abbandonata definitivamente da Giulio Beoni tra il 1968 e ’69.
|
Dopo aver superato Trappisa di sotto e la Fonte di Guido, arrivati sotto la prima casa di Trappisa di sopra, si lascia la strada in una curva destrorsa per seguire un sentierino, a sinistra, che si abbassa verso il fosso. Negli anni ‘40 vi abitano le famiglie Beoni e Pertutti. Luigi Bartolini la abbandona negli anni ‘50.
| |
Si segue la traccia stando alti sopra al fosso e lasciando perdere un sentiero che scende verso di esso, si arriva di fronte alla piccola cascata di Palaino. | |
Dopo la cascata si guada il fosso che le da origine e subito si presentano i ruderi di Ca’ Palaino. Dopo la casa si segue la traccia sulla destra, che in leggera salita si innesta su un sentiero più evidente. C’è anche un segno rosso su un albero. E’ stata abbandonata da Alessandro Bardi nel 1955. Il camino portava incisa la data 1914. | |
Poco dopo, ad un bivio, si guada il fosso che scende da Ca’ del Tosco e, aiutati anche da altri segni di vernice rossa, si giunge alla Casaccia. Qui si trovano dei vecchi segni CAI che sono da seguire in direzione Est. E’ stata abbandonata negli anni ‘50 dalla famiglia Magnani. Il camino portava inciso sul concio”A.D./1921/F.F.F./Checcacci”. Il Catasto Toscano dice che oltre le altre stanze c’era anche la “stanza del cacio”
| |
Orchidea Limodoro abortivum ( Fior di legna) | |
Dopo un bellissimo tratto di sentiero su arenaria erosa dalle intemperie, si arriva alla Maestà della Casaccia (1886).Segue un tratto in discesa fino al guado del fosso di Strabatenza, dove si lascia perdere la invitante traccia di destra per andare a sinistra lungo il fosso.
| |
Si sale fino a Ca’ I Fondi, dove si attraversa un simpatico ponticello ricoperto di muschio e fatti pochi metri si volta a sinistra. Si continua in salita e dopo una evidente mulattiera, ormai diventata un fosso, si va a destra.Poco dopo si lascia perdere il sentiero che prosegue per Ripastretta e si va sinistra.Vari segni rossi e una corta, ma dura salitina portano sulla strada forestale nei pressi di un guard-rail in legno.Si va a destra. | Nel 1897 ne è proprietario Giuseppe Zuccherelli e colono Giovanni Versari. E’ abbandonata dalla famiglia Versari nel 1955. |
Grosso bombo all’attacco di un piccolo fiore. | |
Giunti al bivio del Passo del Vinco, si va a destra e, dopo circa un km di nuovo a destra, su larga carraia chiusa da una catena. Si perviene a Ca’ Vinco. Da qui una evidente traccia sulla sinistra porta a ….
Nel 1948 il podere è lavorato dalla famiglia Gradassi. Viene abbandonata verso la fine degli anni ‘50 da Francesco Versari. | |
Da Ca’ Boscherini siamo andati sulla strada forestale che sale al Passo del Vinco e l’abbiamo seguita a destra. | |
Dopo essere transitati dal cimitero di Strabatenza si giunge alla Fonte della Giovinezza e alle poche case che rimangono del vecchio nucleo. L’antico nucleo era costituito dalla chiesa e dal borghetto raggruppato poco più in alto ed era già citato nel 1213. Oggi il nucleo di Strabatenza si identifica con la Chiesa e canonica, il palazzo della Chiesa ed il cimitero.Il vecchio borgo spianato dalla dinamite del Demanio Forestale nel giugno del 1970 non esiste più.Sul poggio sopravvive la Villa. | |
La Villa, fatta costruire nel 1911 da G. Battista Bardi e acquistata nel 1935 da Jacopo Zuccherelli. | |
La Chiesa di San Donato a Strabatenza, prima appartenente alla Abbazia di Sant’Ellero, poi alla Diocesi di San Sepolcro. L’ultimo parroco residente è stato Don Danilo Para nel 1958. | |
Crocifisso, dipinto su strette assicelle di legno. | |
Il frontone sopra la porta d’ingresso della Chiesa. | |
Dalla Chiesa si continua sulla strada. Abbiamo percorso il 215 solo nell’ultimo tratto che arriva a Trappisa di sopra. Però anche qui dei segni non ce ne sono. | |
Prima di ridiscendere alla strada, e poi al Ponte del Faggio, sullo spigolo dell’ultimo edificio di Trappisa di sopra, si può vedere la pietra cantonale con inciso Km. 10,560, che è la distanza da S.Piero in Bagno da dove ha inizio la “Mulattiera di Ridracoli”. | |
Le notizie riguardanti le case le ho tratte dal libro “Il Popolo di Strabatenza” di O.Bandini,C.Bignami,S.Fabiani,R.Grecci e G.Marcuccini, della collana AD LIMINA-CCIA di Forlì e Coop.Culturale “RE MEDELLO”
1 commento:
Bellissimo percorso anche se vedere tutti questi meravigliosi casali abbandonati mette tanta tristezza ed assieme rabbia perchè chi ci viveva non è stato messo in condizione di restare.
Posta un commento