sabato 9 giugno 2012

Nel fosso di Strabatenza

Strabatenza è situata nel cuore dell’alta valle del Bidente di Pietrapazza, quasi ai piedi della foresta della Lama. La località che fa parte del comune di Bagno di Romagna, confina con le frazioni di Poggio alla Lastra, Casanova dell’Alpe, Pietrapazza e Rio Salso. Il suo territorio, nel quale spiccano alcune cime sopra i 1000 metri (M. La Rocca 1071 m, M. Marino 1065 m, M. Moricciona 1029 m) è caratterizzato da boschi ceduati misti, da limpidi corsi d’acqua che si immettono nel Bidente di Pietrapazza e da vaste aree pianeggianti che si alternano a ex coltivi adeguatamente rimboschiti. Numerose sono le case sparse, molte delle quali ultimamente ristrutturate e saltuariamente abitate. Fin verso la fine degli anni ‘60, epoca in cui si è concluso l’esodo degli abitanti, non esistevano strade carrozzabili ed i collegamenti con i centri più vicini (San Piero e Santa Sofia) erano assicurati da mulattiere che richiedevano diverse ore di cammino. L’abbandono ed alcuni discutibili interventi effettuati negli ultimi anni dal demanio forestale (apertura di un  eccessivo numero di carrozzabili, distruzione del vecchio borgo, ecc…) hanno modificato profondamente l’aspetto di questa bella vallata appenninica. Nonostante ciò, l’atmosfera che Strabatenza conserva può essere decisamente accattivante, soprattutto se la si riesce a cogliere dal punto di vista paesaggistico e nei numerosi segni che la presenza dell’uomo ha lasciato. Maestà, ponti, mulini e..tratti di mulattiere che scivolano tra i boschi o che costeggiano profonde valli, sono ancora oggi in grado di attirare l’attenzione del visitatore, suscitando singolari e suggestive emozioni. (Articolo di Claudio Bignami tratto dal libro “Il Popolo di Strabatenza” della collana AD LIMINA
Questa è una escursione che si svolge per buona parte fuori da sentieri segnati, su tracce più o meno marcate, quindi necessita di una buona conoscenza del territorio e magari con il percorso caricato sul GPS. A differenza di qualche tempo fa, ho visto che adesso lungo il percorso si trovano dei segni rossi su alberi e sassi, che possono aiutare a seguire meglio quella parte di escursione un po’ più complicata. Per raggiungere Ponte del faggio, da dove inizia la camminata, si può guardare qui.
IGA carta StrabatenzaEstratto della n° 19 “Comune Bagno di Romagna” dell’Istituto Geografico Adriatico di Longiano
Toponimo
Posizione
Quota
Tempo
Km.
Ponte del Faggio
N43 52 20  E11 53 35
461
0.00
0.00
Trappisa di sotto
N43 52 09  E11 53 17
525
0.15
0.75
Trappisa di sopra-a sx
N43 52 08  E11 53 08
545
0.20
1.00
Cascata di Palaino
N43 51 55  E11 52 52
562
0.50
2.00
Palaino
N43 51 54  E11 52 54
569
0.50
2.10
Bivio-a dx
N43 51 51  E11 52 55
594
0.55
2.20
Bivio-a dx- guado
N43 51 51  E11 52 46
599
1.00
2.35
Casaccia
N43 51 58  E11 52 28
688
1.15
3.00
Bivio-guado -a sx
N43 52 14  E11 52 40
590
1.50
4.20
I Fondi – a dx
N43 52 15  E11 52 24
622
2.05
4.60
Bivio Ripastretta-a sx
N43 52 13  E11 52 02
767
2.30
5.40
Strada- a dx
N43 52 04  E11 51 53
919
3.00
6.00
Passo del Vinco- a dx
N43 52 41  E11 51 54
927
3.20
7.40
Dev. a dx dalla strada
N43 52 37  E11 52 24
883
3.30
8.40
Vinco
N43 52 36  E11 52 05
856
3.40
8.90
Boscherini
N43 52 37  E11 52 38
813
4.00
9.90
Strabatenza
N43 52 20  E11 52 53
698
4.30
11.6
Trappisa di sopra
N43 52 09  E11 53 08
564
4.50
12.8
Auto
N43 52 20  E11 53 35
465
5.10
13.6
Tempo         ore 5.10 + le soste
Dislivello       m 730
Lunghezza   Km. 13.600 circa
 - TRACCIA PER GPS

Bottega
Dall’area di sosta del Ponte del Faggio, ci si incammina sulla strada sterrata passando davanti alla bella casa ristrutturata denominata Bottega. Nel 1864 è di proprietà di Pasquale Guerri e Lorenzo Milanesi. Nel 1958 la lascia Lorenzo Milanesi che si trasferisce a S.Sofia. E’ abbandonata definitivamente da Giulio Beoni tra il 1968 e ’69.

Dopo aver superato Trappisa di sotto e la Fonte di Guido, arrivati sotto la prima casa di Trappisa di sopra, si lascia la strada in una curva destrorsa per seguire un sentierino, a sinistra, che si abbassa verso il fosso. Negli anni ‘40 vi abitano le famiglie Beoni e Pertutti. Luigi Bartolini la abbandona negli anni ‘50.

Trappisa di sotto
   

cascata Palaino

Si segue la traccia stando alti sopra al fosso e lasciando perdere un sentiero che scende verso di esso, si arriva di fronte alla piccola cascata di Palaino.

Dopo la cascata si guada il fosso che le da origine e subito si presentano i ruderi di Ca’ Palaino. Dopo la casa si segue la traccia sulla destra, che in leggera salita si innesta su un sentiero più evidente. C’è anche un segno rosso su un albero. E’ stata abbandonata da Alessandro Bardi nel 1955. Il camino portava incisa la data 1914.

Palaino


Casaccia

Poco dopo, ad un bivio, si guada il fosso che scende da Ca’ del Tosco e, aiutati anche da altri segni di vernice rossa, si giunge alla Casaccia. Qui si trovano dei vecchi segni CAI che sono da seguire in direzione Est. E’ stata abbandonata negli anni ‘50 dalla famiglia Magnani. Il camino portava inciso sul concio”A.D./1921/F.F.F./Checcacci”. Il Catasto Toscano dice che oltre le altre stanze c’era anche la “stanza del cacio



Orchidea Limodoro abortivum ( Fior di legna)

Fior di legna

Maestà della Casaccia


Dopo un bellissimo tratto di sentiero su arenaria erosa dalle intemperie, si arriva alla Maestà della Casaccia (1886).Segue un tratto in discesa fino al guado del fosso di Strabatenza, dove si lascia perdere la invitante traccia di destra per andare a sinistra lungo il fosso.
Si sale fino a Ca’ I Fondi, dove si attraversa un simpatico ponticello ricoperto di muschio e fatti pochi metri si volta a sinistra. Si continua in salita e dopo una evidente mulattiera, ormai diventata un fosso, si va a destra.Poco dopo si lascia perdere il sentiero che prosegue per Ripastretta e si va sinistra.Vari segni rossi e una corta, ma   dura salitina portano sulla strada forestale nei pressi di un guard-rail in legno.Si va a destra.
I Fondi
 Nel 1897 ne è proprietario Giuseppe  Zuccherelli e colono Giovanni Versari. E’ abbandonata dalla famiglia Versari nel 1955.

bombo

Grosso bombo all’attacco di un piccolo fiore.

Giunti al bivio del Passo del Vinco, si va a destra e, dopo circa un km di nuovo a destra, su larga carraia chiusa da una catena. Si perviene a Ca’ Vinco. Da qui una evidente traccia sulla sinistra porta a ….
Nel 1948 il podere è lavorato dalla famiglia Gradassi. Viene abbandonata verso la fine degli anni ‘50 da Francesco Versari.

Vinco

Boscherini
..Ca’ Boscherini, ora in fase di ristrutturazione. Nel 1955 vi è colono Francesco Magnani che la abbandona tra il 1967 e il 1968.

Cimit.Strabatenza Da Ca’ Boscherini siamo andati sulla strada forestale che sale al Passo del Vinco e l’abbiamo seguita a destra.

Dopo essere transitati dal cimitero di Strabatenza si giunge alla Fonte della Giovinezza e alle poche case che rimangono del vecchio nucleo. L’antico nucleo era costituito dalla chiesa e dal borghetto raggruppato poco più in alto ed era già citato nel 1213. Oggi il nucleo di Strabatenza si identifica con la Chiesa e canonica, il palazzo della Chiesa ed il cimitero.Il vecchio borgo spianato dalla dinamite del Demanio Forestale nel giugno del 1970 non esiste più.Sul poggio sopravvive la Villa.

Fonte della giovinezza

Strabatenza


La Villa, fatta costruire nel 1911 da G. Battista Bardi e acquistata nel 1935 da Jacopo Zuccherelli.


La Chiesa di San Donato a Strabatenza, prima appartenente alla Abbazia di Sant’Ellero, poi alla Diocesi di San Sepolcro. L’ultimo parroco residente è stato Don Danilo Para nel 1958.

Ch. di Strabatenza


crocifisso


Crocifisso, dipinto su strette assicelle di legno.


Il frontone sopra la porta d’ingresso della Chiesa.

particolare della chiesa

Trappisa di sopra

Dalla Chiesa si continua sulla strada. Abbiamo percorso il 215 solo nell’ultimo tratto che arriva a Trappisa di sopra. Però anche qui dei segni non ce ne sono.

Prima di ridiscendere alla strada, e poi al Ponte del Faggio, sullo spigolo dell’ultimo edificio di Trappisa di sopra, si può vedere la pietra cantonale con inciso Km. 10,560, che è la distanza da S.Piero in Bagno da dove ha inizio la “Mulattiera di Ridracoli”.

pietra cantonale


Le notizie riguardanti le case le ho tratte dal libro “Il Popolo di Strabatenza” di O.Bandini,C.Bignami,S.Fabiani,R.Grecci e G.Marcuccini, della collana AD LIMINA-CCIA di Forlì e Coop.Culturale “RE MEDELLO”

1 commento:

Giuliano ha detto...

Bellissimo percorso anche se vedere tutti questi meravigliosi casali abbandonati mette tanta tristezza ed assieme rabbia perchè chi ci viveva non è stato messo in condizione di restare.

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