venerdì 14 gennaio 2011

Da Pietrapazza al Monte Roncacci

per sentiero non segnato  –  29 dicembre 2010
A distanza di 10 anni siamo (io e l’Anna) andati a rifare un percorso che a quel tempo ci aveva dato qualche problemino in quanto era estate e la vegetazione, rigogliosissima in un luogo così abbandonato, non permetteva di trovare bene le tracce, le mosche poi quel giorno avevano deciso di stare sempre con noi… erano veramente asfissianti ! Questa volta invece in assenza totale di fogliame  siamo andati bene e il sole ci ha accompagnato per quasi tutto il tragitto. E’ una bella e non lunga escursione ad anello, perché il ritorno avviene da Siepe dell’Orso, e si toccano diversi ruderi di case che fino a qualche decennio fa erano piene di vita.Le indicazioni per arrivare a Pietrapazza sono qui. Le notizie riguardanti le case e la chiesa sono state tratte dal libri: “I sentieri dei passi perduti” di AA.VV-Forlì 1991 e da “Il popolo di Pietrapazza” di AA.VV. CCIA di Forlì e Coop. Culturale Re MedelloPietrapazzaLa partenza è sempre dalla Chiesa di Pietrapazza.
PIETRAPAZZA
Fu fra le terre soggette ai nobili di Valbona, a loro confermate dalla pace di Sarzana (1353). Dal 1402 appartenne ai Guidi di Battifolle e poi a Firenze che le inglobò nel Capitanato della Val di Bagno. Il primo documento riguardante la chiesa di Sant’Eufemia risale al 1595: allora sorgeva sulla collinetta soprastante. Da un inventario dei beni del 1789 sappiamo che aveva 2 altari e che i muri erano stati risarciti col concorso del Granduca. La cura era composta da 40 famiglie. Dal 1709  vi era attiva la compagnia del SS.Sacramento con patronato su un oratorio intitolato al SS. Nome di Gesù. Un’ altro oratorio privato era di proprietà della famiglia Fanelli titolato ai Santi Giacomo e Filippo (1773). Il 4 luglio 1938 fu consacrata la nuova chiesa, costruita su progetto dell’Ing. Italo Spighi, dopo che i terremoti del 1918 avevano distrutto quella primitiva. L’economia della zona era basata sull’agricoltura e sulla pastorizia. Tra le attività artigianali era fiorente la lavorazione della pietra. Donati Angiolo apri nel 1890 una rivendita di vino detta “Osteria della vittoria. Nel 1915, accanto alla Chiesa, Felice Pertutti ne apre un’altra, frequentata ed ancora ricordata dagli operai che da Bagno si recavano a lavorare nella Lama. Nella canonica fu trasportata, nel 1921, la scuola sussidiata pluriclasse dopo che il maestro si rifiutò di abitare ed insegnare nei locali di Ca’ dei Conti dove fino allora era alloggiata. La scuole rurale è chiusa al termine dell’anno scolastico ‘62-‘63: ha solo 4 alunni. L’ultimo parroco residente è Don Romano Serafini che nel 1962, quando se ne va curava anche Rio Salso. La parrocchia viene officiata prima dal parroco di Casanuova, poi (1964) da quello di Strabatenza indi definitivamente chiusa.

Abitanti: 1745 (125); 1879 (245); 1883 (203); 1852 (229); 1951 (125); 1961 (66); 1971 (0).
Quota Tempo Km.
Pietrapazza – sentiero 221
610
0,00
0,0
deviazione -       43°50’23”N, 11°53’46”E
583
0,05
----
Ca’ dei Conti -    43°50’31”N, 11°53’52”E
621
0,25
0,8
Ca’ Petrella -      43°50’41”N, 11°53’47”E
583
0,40
1,3
Fosso
563
0,50
1,5
Ca’ dei Maestri - 43°50’49”N, 11°53’43”E
606
1.00
1,7
Ca’ di Giorgio -   43°50’47”N, 11°53’25”E
704
1,20
2,3
Casone -            43°50’44”N, 11°53’14”E
755
1,40
3,0
Crinale –            43°50’48”N, 11°52’59”E
883
2,0
3,5
Bivio -                 43°50’18”N, 11°52’35”E
968
2,30
4,6
Ca’ Siepe dell’Orso
973
2,35
4,7
Ca’ Abetaccia
792
2,55
5,7
Ca’ Rignone
745
3,05
6,3
Casetta -            43°50’25”N, 11°53’38”E
683
3,20
7,0
Pietrapazza
610
3,50
7,8
Tempo:     ore  3,50 + le soste  
Dislivello:    m   500 (GPS)
lunghezza: km   7,8 circa
canonicaGhiaccioli sull’edificio della canonica.sentiero 221Si scende sul sentiero 221.Ponte sul BidenteSi attraversa il ponticello costruito nel 1897 da Maurizio Milanesi.Molino MilanesiDopo il ponte, fatti pochi metri, prima che il sentiero inizi a salire, si va a destra, si attraversa una radura e si trova subito il Molino Milanesi.
Posto oltre il ponte presso il cimitero, questo mulino nel 1820 pagava 4 lire di tassa <a forma della legge de’ 7 ottobre 1877> alla Cassa della Comunità di Bagno di Romagna.Ne era proprietario Maurizio Milanesi.Nel 1914 era abitato dalla famiglia Mengoni.E’ stato abbandonato prima della 2a guerra mondiale.
Ca' dei ContiLa traccia del sentiero è un po’ imboscata, ma si procede e si arriva a Ca’ dei Conti.
Nel 1816 vi lavorava Filippo Fabbri. Nel 1871 Alessandro Andreani  vi apre l’Osteria del Giglio. Nel 1914 era abitata dalla famiglia Mariannini, proprietari. Fino al 1921 vi era sistemata la scuola. E’ stata abbandonata nel 1950 dalla famiglia Sartini. C’era anche un oratorio dedicato ai SS. Jacopo e Francesco.
stradaDalla casa si scende verso il fiume, dove dall’altra parte vediamo la strada percorsa in precedenza. Ca' di PasquinoZoomata su Ca’ di Pasquino.
Dal 1816 è proprietà della famiglia Milanesi e nel 1914 vi abitavano 10 persone. E’ stata abbandonata nel 1963 da Maurizio Milanesi.
Ca' PetrellaArrivati a Ca’ Petrella si va a sinistra e si arriva ad un punto dove le tracce sono diverse, bisogna stare su quella più bassa che in breve porta ad una specie di selletta.
Dagli anni trenta all’abbandono, dopo la fine della 2a guerra mondiale,vi era alloggiata la famiglia di Beoni Rosso.
ponticelloSuperata la selletta ci si abbassa verso un piccolo rio che è da guadare, eventualmente c’è anche una piccola passerella. Ca' dei MaestriDi là dal rio vediamo per la prima volta un segno rosso sul tronco di un albero, che 10 anni fa non c’era. Inizia una bella mulattiera in salita che dopo aver affrontato un tornantino arriva a Ca’ dei Maestri.
Pare sia stata costruita da abili scalpellini provenienti da Milano. Nel 1816 i proprietari sono Filippo e Martino Milanesi e nel 1864 P.Lorenzo Milanesi. Nel 1914 vi alloggiano le famiglie Bardi (5 coloni) e Spighi (7 braccianti). E’ stata abbandonata prima della 2a guerra mondiale.
Ca' dei MaestriInterno di una parte della casa.orsoSi riprende a salire, passando davanti ad un masso che rassomiglia vagamente ad un orso.Ca' di GiorgioSiamo a Ca’ di Giorgio.
Nel 1816 vi abita Fabbri Ferdinando e nel 1864 Mariannini Maurizio. La famiglia Mariannini ne è proprietaria e la abita nel 1914. E’ stata abbandonata nel 1965 da Pertutti Nello.
scarpieraLa scarpiera della casa.capannone  ca' di GiorgioUn’ altro edificio. Lasciata la casa ci si avvia lungo il sentiero marcato con i segni rossi, ma viene abbandonato subito per andare a sinistra su una traccia che s’infila in mezzo a degli abeti e poco dopo si arriva alle poche pietre rimaste del…CasoneCasone, che fu abbandonata negli anni a cavallo fra il 1800 e il 1900. Poco dopo si arriva sul crinale, dove a destra c’è il Monte Roncacci. Si va a sinistra.Ca' il PoggioloZoomata su Ca’ il Poggiolo.Casanova dell'Alpe Zoomata sulla scuola di Casanova dell’Alpe.neveLa poca neve che c’ è si mantiene, grazie ad una rigida temperatura.verso Siepe dell'OrsoVerso Siepe dell’Orso.Ca' Il ParetaioCi innestiamo sul sentiero 221, lasciato subito dopo il ponte di Pietrapazza. A destra si vede il Paretaio.bivio sent.221Andiamo a sinistra dove c’è un bivio. A destra si va verso il Poggio della Bertesca e il sentiero 207, a sinistra invece continua il 221 che passa sotto alla ….Ca' Siepe dell' OrsoCa’ Siepe dell’Orso, il cui toponimo sembra sia dovuto alla presenza dell’orso in quella zona, vari secoli fa.
Nel 1816 è proprietario Mariannini Giovanni Santi; nel 1864 è lavorato da Donati Francesco e nel 1897 da Antonio Stefani. Nel 1915 Fabbri Agostino apre una rivendita di vino. Viene abbandonato da Giulio Amadori tra il 1969 e ‘70.
Ca' L'AbetacciaDopo una sosta si riprende il sentiero, adesso tutto in discesa, passando da Ca’ Abetaccia.
Nel 1816 è di proprietà di Beoni Giovan Jacopo e nel 1864 di Maurizio Mosconi. Nel 1914 è di proprietà  della famiglia Mariannini che lo abita assieme alla famiglia Donati (5 pigionanti). E’ stata abbandonata nel 1963 da Mariannini Benvenuto.
Ca' RignoneCa’ Rignone ( o Rognone ).
Documentato dal 1546. Lo lavora Paolo Lombardi nel 1816 e Antonio Tassinari nel 1864. Nel 1914, quando viene ricostruito in quanto lesionato da una frana è abitato ed è di proprietà della famiglia Mariannini. E’ stato abbandonato da Mosconi Quinto nel 1954. 
Sant'EufemiaZoomata sulla chiesa di Sant’Eufemia.CasettaLa Casetta, rimane un po’ a lato del sentiero, in alto a sinistra.
Nel 1914 è di proprietà ed è abitata dalla famiglia Martinetti.E’ abbandonata negli anni ‘50.
Fosso BidenteLe anse del Fosso del Castagnaccio.Monte CuccoI contrafforti della valle che sale verso il Monte Cucco.Cimitero di PietrapazzaZoomata sul piccolo cimitero di Pietrapazza.confluenza  Confluenza del Fossi delle Graticce e  Rio d’Olmo. Cascata del Fosso delle GraticcePrima di arrivare alla Chiesa abbiamo fatto una piccola deviazione sulla destra per vedere la Cascatella del Fosso delle Graticce. rami ghiacciatiFormazioni di ghiaccio sui rami vicino alla cascata.cartinaRingrazio L’Istituto Geografico Adriatico per avermi permesso di riprodurre la carta dei sentieri n°19 “ Comune di Bagno di Romagna.

2 commenti:

anna ha detto...

Bravo! Come al solito le tue descrizioni dei percorsi sono ricche di notizie che vanno al di là della semplice indicazione del sentiero. Come sai.. condivido sicuramente questa tua ricerca sul vissuto dei nestri Appennini.

silviomini ha detto...

Se non l'avessi ancora letto, ti consiglio il racconto che Giuliano Marcuccini ha scritto sull'ultimo abitante di Pietrapazza.

Intanto che ci sono ti faccio anche i complimenti per la foto alla quercia di Montalto: per esperienza, so che quegli alberoni sono prede arcigne: o si sovra espongono, andando troppo vicino, o sembrano piccole andando lontano. Hai ottenuto il mix perfetto!

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