Il Rio Bacine è un affluente di sinistra del Bidente che esce dalla dalla diga di Ridracoli e contribuisce notevolmente alla portata di quest’ultimo. Il sentiero che risale la piccola valle, si mantiene sempre sulla sinistra idrografica del Rio e sale gradatamente fra boschi e costoni di arenaria, fino a sbucare su bellissimo pianoro di San Paolo in Alpe, ed è uno dei tanti sentieri che salgono quassù E’ stata una bella escursione e non impegnativa, anche se i 40/50 cm. di neve, hanno rallentato il cammino. Il crinale che scende da San Paolo praticamente non è segnato, anche se ogni tanto c’è qualche striscia azzurra, abbastanza vecchia, sui tronchi degli alberi. Per arrivare a Ridracoli il tragitto è: Forlì, Meldola e Santa Sofia, da dove, poco fuori dal paese in direzione di Campigna, si gira a sinistra.
Quota | Tempo | Km. | |
Cancello diga | 454 | 0,00 | 0,0 |
fine asfalto | 558 | 0,20 | 1,2 |
Valdoppia | 692 | 1,00 | 1,9 |
Ronconi | 753 | 1,30 | 2,5 |
Casette | 879 | 2,10 | 3,2 |
S.Paolo in Alpe | 1019 | 3,10 | 4,9 |
dev. a sx 43°52’30”N, 11°48’02”E | 1010 | 3,25 | 5,7 |
dev. a sx 43°52’24”N, 11°49’37”E | 714 | 4,40 | 8,0 |
strada 43°52’35”N, 11°49’40”E | 511 | 5,05 | 8,7 |
cancello diga | 454 | 5,20 | 9,6 |
Tempo: ore 5,20 + le soste | |||
Dislivello: m 650 | |||
Lunghezza: Km. 9,6 |
Oltrepassato il paese di Ridracoli e arrivati al cancello che sbarra la strada della diga, abbiamo lasciato l’auto e iniziato a camminare lungo la strada. Arrivati un altro cancello che chiude un area di servizio per la diga abbiamo passato anche quello e incominciato a salire in mezzo al bosco.Ci sono anche i segnavia CAI, sentiero 233.
Visto la notevole massa di neve ci mettiamo le ciaspole.Un gruppo di cinghiali scappa davanti a noi lasciando i segni delle loro ricerche.Dopo circa un’ora di cammino, abbastanza lento, arriviamo ai ruderi di Ca’ Valdoppia.
Visto la notevole massa di neve ci mettiamo le ciaspole.Un gruppo di cinghiali scappa davanti a noi lasciando i segni delle loro ricerche.Dopo circa un’ora di cammino, abbastanza lento, arriviamo ai ruderi di Ca’ Valdoppia.
Nel 1872 vi abita Giovan Battista Milanesi con la moglie Rosa Molinari i loro 6 figli e Angiolo MIlanesi. In tutto 9 persone. Nel 1895 la proprietà è dei Giorgi, mentre la famiglia Milanesi continuerà ad abitare in questo podere almeno fino al 1932. La famiglia di Adolfo Pini abita e abbandona definitivamente Valdoppia verso la fine degli anni ‘40. |
Poi alla Maestà di Ca’ Ronconi.Particolare della Maestà, datata 1784 e recentemente restaurata.La statuetta della Madonna all’interno.Scalini di arenaria ricoperti dalla neve.I ruderi delle Casette. La traccia lasciata dai cinghiali.Una vecchia quercia sul sentiero.Una giornata di splendido sole mitiga la fatica.La valle del Rio Bacine. Prima di sbucare sul pianoro di San Paolo il manto nevoso è ancora vergine.Dopo aver incrociato il sentiero 257 che proviene da Corniolo, e che qui finisce, attraversiamo un cancello in legno e ci dirigiamo verso i resti della chiesa dedicata a Sant’Agostino. La chiesa.Il campanile a vela. I pioppi di San Paolo in Alpe. Il sole scioglie il ghiaccio accumulato sui rami degli alberi.La vecchia stalla. Dopo una breve sosta ritorniamo sui nostri passi e dopo aver riattraversato il cancello, c’incamminiamo a destra lungo lo stradello. Piccola bacheca che riassume i fatti di guerra successi in questo luogo nell’aprile del 1944.“Attenti al toro”!! Sullo sfondo, nella foschia, il Monte Gabrendo. Nonostante le svariate volte che sono salito quassù, questo luogo mi regala sempre qualcosa di nuovo. La Maestà. Piccoli ghiaccioli.Dopo circa una decina di minuti dalla Maestà, prima di Monte Grosso e della sterrata che scende alle Pozzacchere, lasciamo lo stradello per infilarci a sinistra in mezzo agli abeti, iniziando così il percorso del ritorno su sentiero non segnato dal Cai, ma solo con qualche rado segno azzurro. Ombre sulla neve.Il crinale da percorrere. Zoomata sul lago.Le quinte che scendono dal Poggio Gallona, s’immergono nelle gelide acque del lago. Poco prima dell’ultimo cocuzzolo, segnalato da un piccolo omino impilato quasi sepolto dalla neve, il sentiero scende ripidamente a sinistra, fino a sbucare sulla strada che sale alla diga, la si segue a sinistra e si arriva all’auto.Ringrazio l’Istituto Geografico Adriatico di Longiano, per avermi autorizzato a riprodurre la carta dei sentieri n° 19 “Comune Bagno di Romagna.
2 commenti:
ciao Roberto,
camminatore instancabile, quante belle gite che stai facendo e quante belle foto, bravo !
Quest'anno sto cercando un socio per fare in bici Passau Vienna di cira 400 Km. tutti in discesa, oppure il giro delle dolomiti del 2008, però non senso opposto per cambiare la prospettiva del paesaggio. Cosa ne dici, mi fai compagnia.
ciao giuseppe
ho dimenticato di chiederti se conosci per caso il Tedesco ? ciao giuseppe
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