Domenica 16 ottobre sono andato in escursione con il CAI di Faenza. In pullman ci siamo recati nella valle del Vajont, luogo tristemente famoso per la tragedia che lo colpì la notte del 9 ottobre 1963. Infatti quella notte una frana di immense dimensioni precipitò nel bacino artificiale creato dalla diga e sollevò due ondate di acqua: una colpì i paesi limitrofi, l’altra scavalcò la diga e si abbatté su Longarone radendo al suolo il paese. Le vittime furono circa 2000. Per conoscere tutta la storia clicca qui. Abbiamo fatto una bella camminata aiutati anche da una splendida giornata. Siamo partiti da Erto e siamo arrivati a Casso, dove nella strada sottostante ci aspettava il pullman. Erto è il paese dove abita il famoso Mauro Corona, scultore, scrittore e arrampicatore, nonché personaggio molto eccentrico. Sono rimasto molto colpito da quella zona e dalla sua tragedia e mi sono ripromesso di tornarci per qualche giorno appena possibile, anche perché quando successe la catastrofe ero molto giovane e non la seguii molto. A chi interessa ho visto su YouTube il film “La diga del disonore”, che racconta tutta la vicenda. La carta escursionistica della zona è la 021 della Tabacco.
Toponimo
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Posizione
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Quota
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Tempo
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Km.
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Erto | N46 16 40 E12 22 11 |
800
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0.00
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0.00
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Incr. sent.carbonai-dritto | N46 16 39 E12 21 47 |
1052
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0.30
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0.83
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Rifugio Cava Buscada | N46 18 03 E12 21 32 |
1800
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2.40
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4.60
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A destra su sent.carbonai | N46 17 07 E12 22 22 |
1050
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4.20
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11.00
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incr. sent. da Erto-dritto | N46 16 39 E12 21 47 |
1052
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4.40
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12.40
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Casso | N46 16 19 E12 19 58 |
941
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5.40
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15.60
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Pullman | N46 16 08 E12 20 16 |
804
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6.00
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16.50
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Tempo ore 6.00 + le soste |
Dislivello m. 1100 circa |
Lunghezza Km. 16.500 |
Veduta di una parte della frana e la diga. Pronti alla partenza sul sentiero 381, che inizia di fianco al ristorante “Cervo Bianco.
Salendo si ha un’ampia veduta del Monte Toc e della frana, la quale fa da sbarramento al lago del Vajont. I primi 700 metri di dislivello non danno tregua. In alto le bianche rocce del Monte Borgà. In fase di avvicinamento al rifugio, il sentiero va in falsopiano. Sullo sfondo il Monte Duranno. Arrivo al rifugio. Il rifugio Cava Buscada, a quota 1800. In sosta al rifugio.
Dal rifugio il sentiero si innesta sulla strada sterrata che scende nella valle. Era la strada di servizio per la cava di marmo, non più attiva, che si trova sopra al rifugio. Una curiosa piega degli strati rocciosi del Monte Porgeit. Il Monte Borgà sopra al rifugio. Il Monte Duranno all’uscita di una galleria. Arrivo alla Casera Mela in Val Zemola. A destra il Monte Zerten.
Dall'alta Val Zemola, dove era prodotto, il "carbon dolce" veniva trasportato a spalla fino al fondovalle. Per rendere più agevole il trasporto nel XVII secolo venne tracciato un sentiero livellato a quota 1.000 m. Dal 1690 fino al 1913 le portatrici curve sotto il peso della gerla, colma di 40 chili di carbone, passavano su questo sentiero in lunghe e lente processioni scendendo fino alla riva del Piave. E’ un percorso del passato questo sentiero, riscoperto e ristrutturato dopo 80 anni di assoluto abbandono. Oggi è un semplice, panoramico e piacevole percorso escursionistico che si snoda attraverso uno splendido giardino naturale.
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Le alte case di Casso. Un abitante ci racconta la tragedia di quella notte. Questa maestà ha resistito alla forza dell’acqua la fatidica notte. Di fianco scende il sentiero per ritornare sulla strada principale. Sulla frana è stata ricostruita la strada.
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